A partire dagli anni Ottanta, il principale obiettivo della maggior parte dei progetti di valorizzazione culturale promossi alla scala urbana nel nostro Paese sembra essere stato quello di promuovere l’incremento dei flussi turistici in entrata. Fonte di reddito nel breve periodo e attivatore di effetti moltiplicatori sulla ricchezza a fronte di investimenti più limitati rispetto ad altri settori, il turismo, in particolare quello a base culturale, è stato visto spesso come una strategia di uscita dai cicli di crisi, sia da parte dei grandi centri di tradizione industriale, sia da parte dei piccoli e medi centri che caratterizzano la fitta trama urbana della penisola. La spinta verso politiche di rifunzionalizzazione dell’economia e degli spazi urbani a fini turistici è però il risultato di una serie complessa di fattori fra loro connessi.
Il Paese ha vissuto, pur con un certo ritardo rispetto ad altre economie capitalistiche occidentali, un tipico processo a ‘fisarmonica’: prima un’urbanizzazione diffusa attorno ai maggiori centri industriali del Paese, poi l’abbandono dei centri storici da parte delle popolazioni residenti in cerca di standard di vita qualitativi più elevati nei comuni delle cinture metropolitane e, infine, un più tardivo processo di gentrificazione, cioè di riscoperta e riuso della città storica da parte di popolazioni di ceto medio-alto. Le scelte di governo di questo processo da parte delle amministrazioni cittadine si sono spesso concentrate, in particolare per i poli industriali maggiori, su grandi opere di riqualificazione dei vuoti urbani e delle aree dismesse e su investimenti in eventi culturali, artistici e ricreativi. La spinta è stata dunque verso una transizione dall’economia industriale all’economia dei servizi e più in particolare di quelli alla persona. Sebbene non sia possibile delineare un’unica traiettoria di sviluppo nelle scelte di governo urbano alla scala nazionale, si possono però identificare tratti comuni del fenomeno di progressiva trasformazione di alcuni tra i maggiori centri industriali del Paese (in particolare Torino e Genova, in quanto esempi emblematici) in città d’arte. Il processo di riqualificazione dell’immagine di questi centri come nuove potenziali destinazioni di turismo culturale è stato condotto in parallelo rispetto alle operazioni di bonifica dei siti industriali ed è stato interpretato come la strada migliore da percorrere nella ricerca di nuove forme di sviluppo territoriale.
© Home. All Rights Reserved. Powered by RSV